DISSOCIATORE MOLECOLARE DI GELLO: L'IMPIANTO SCOZZESE, UNICA REFERENZA INDUSTRIALE DEL PROGETTO E IN COLLAUDO DA UN ANNO, ANCORA NON FUNZIONA
Se n'è discusso mercoledì scorso, al tavolo tecnico presieduto dal Comune, dove si confrontano membri del Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti Valdera e rappresentanti di Ecofor Service.
L'unica referenza industriale citata per l'impianto di Gello è il dissociatore molecolare di Dumfries in Scozia, che secondo l'ultimo rapporto pubblicato dalla SEPA (l'agenzia di protezione ambientale della Scozia, l'analogo a livello nazionale della nostra Arpat) continua a dare molti problemi.
Dall'esame dei rapporti dell'ente pubblico si può ricostruire la travagliata storia dell'impianto scozzese, il cui collaudo è partito a ottobre 2009, prima bruciando legna vergine e poi da dicembre rifiuti solidi urbani. Già nei primi due mesi, senza ancora aver testato la combustione dei rifiuti speciali che alimenteranno l'impianto a regime, la SEPA ha riportato numerosi sforamenti dei limiti di legge per le emissioni al camino di ossidi di azoto (Nox) e composti organici volatili (COV). A inizio dicembre poi l'impianto è stato fermato per la rottura del surriscaldatore della caldaia, con il blocco che si è protratto fino alla fine di marzo.
Nel frattempo l'Ecofor nel Febbraio scorso aveva presentato in Provincia il progetto del dissociatore molecolare di Gello e relativa discarica, citando come referenza industriale l'impianto scozzese, che nel frattempo era rotto e fermo.
A fine marzo 2009, riavviato l'impianto di Dumfries, le cose non migliorano. Fino al 5 settembre scorso ci sono stati 172 sforamenti dei limiti di legge per le emissioni, con la frequenza che è andata ad aumentare anziché diminuire durante il collaudo.
Ci sono stati inoltre 2 guasti nel sistema di monitoraggio dei fumi al camino, 15 attivazioni del camino di emergenza, con scarico diretto in atmosfera dei fumi non trattati, e 17 esposti per l'eccessiva rumorosità dell'impianto.
Ma soprattutto ad oggi non è ancora stato riparato il guasto della caldaia, e dunque non è stato possibile far funzionare la turbina per produrre energia elettrica.
Ciò significa che mentre il Comune di Pontedera a maggio era in visita all'impianto in Scozia e i giornali locali parlavano di “gallina dalle uova d’oro”, il dissociatore aveva da poco ripreso il rodaggio dopo il guasto (non risolto), tanto da funzionare male e oltretutto senza produrre un solo Kwh di energia, in contraddizione con la normativa europea, che pone alla base della costruzione di questi impianti quantomeno il recupero energetico.
Il Coordinamento chiede come sia stato possibile che nel frattempo Ecofor sia andata avanti con il progetto e la richiesta di autorizzazione, dato che l'impianto di riferimento ancora oggi è in condizioni di malfunzionamento e incapace di produrre energia.
Come non si è potuto notare, durante le visite di Ecofor e Comune a gennaio e maggio, il non funzionamento dell’impianto e i vistosi problemi di cui soffriva e soffre tuttora?Su quale sicurezza effettiva si è voluto procedere dunque, senza attendere almeno i risultati del collaudo scozzese?
Come è stato infine possibile che i dati forniti al Coordinamento, a fronte di una semplice e-mail, da SEPA, un organo pubblico terzo e indipendente, non siano stati presi in considerazione da Ecofor, come invece si converrebbe a qualsiasi azienda, a maggior ragione ad una partecipata a maggioranza pubblica.
Ecofor ha invece usato dati di parte, provenienti esclusivamente dal costruttore dell'impianto scozzese, un po' come comprare un'auto solo sulla base del depliant del fabbricante, senza aver letto prima almeno le prove di Quattroruote...
A conclusione il Coordinamento fa notare quanto sia paradossale il fatto di essere l’unica parte a portare al Tavolo Tecnico dati e analisi pubbliche, che Ecofor non ha riportato nemmeno nella relazione integrativa presentata in provincia ad agosto, continuando a fornire dati parziali e in alcuni casi lacunosi o ambigui, se non allarmanti.
Relativamente all'ultimo rapporto di SEPA, come emerso al Tavolo Tecnico, i problemi e malfunzionamenti riportati sono stati comunque giudicati da Ecofor non sufficienti a bloccare l’iter del progetto.
Il Coordinamento, ribaltando tale affermazione, chiede come si possa pensare che siano sufficienti a proseguire. In assenza di dati esaustivi, certi e pubblici, il Coordinamento propone quantomeno che il procedimento sia sospeso, in virtù del principio di precauzione e in attesa di eventuali dati più certi, e almeno della fine del collaudo dell'impianto scozzese. Sempre che non vi sia una volontà precisa quanto irresponsabile di realizzare l’impianto a tutti i costi, a prescindere dai dati e da ogni uso del buonsenso. Una volontà che pertanto non si potrebbe che definire ideologica.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti Valdera