S. Maria a Monte (S. Donato): osservazioni sul progetto di centrale a biogas


riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato stampa relativo alla presentazione presso la Provincia di Pisa delle osservazioni sul progetto di centrale a biogas da parte del Comitato "Tutela Salute e Ambiente San Donato"
scarica e leggi le osservazioni

 


 

Il comitato tutela ambiente e salute di San Donato ha avuto, nei giorni scorsi, accesso agli atti riguardanti il progetto della centrale a biogas che dovrà essere costruita nel comune di Santa Maria a Monte, nella frazione di San Donato. Controllando le carte del progetto ci siamo resi conto di alcuni errori, molti dei quali da non sottovalutare.

Nell'allegato che riguarda l'approvigionamento delle biomasse abbiamo trovato un “errore” mastodontico. I progettisti si riferiscono ai dati delle tabelle Istat per sapere le rese del mais nel bacino dal quale andranno a procurarsi le materie prime. Riportano i dati delle tabelle Istat, fanno la media e ottengono, considerando il mais come seconda coltura (e quindi non come resa massima), che per ottenere le materie prime di cui hanno bisogno sono necessari 315 ettari di terreno.
Noi abbiamo scaricato la tabella Istat dal sito apposito e ci siamo accorti che, i dati riportati dalla ditta committente sono stati omessi perchè, mentre loro, i progettisti, parlano di tonnellate, la tabella Istat si esprime in quintali!!! Quindi seguendo il loro stesso ragionamento di calcolo, avrebbero bisogno di 10 volte i terreni dichiarati, cioè 3150 ettari!!!



Questo dato è importantissimo perchè la ditta ammette di avere a disposizione solo 200 ettari e se questi signori non hanno il 51% dei terreni di cui necessitano per alimentare l'impianto, non possono dirsi azienda agricola e non possono quindi accedere ai superincentivi che vengono previsti; superincentivi che non scordiamoci, sono finanziati dalle tasse pagate da noi cittadini.

A questo punto ci si chiede: possibile che la ditta che costruisce questi impianti da anni non sappia di quanto terreno ha bisogno per alimentarlo ? Possibile che si tratti di un macroscopico errore da seconda elementare? O forse si è voluto di proposito omettere dei dati? 3150 ettari sono come 6000 campi di calcio, sono il 25% di tutto il bacino nel raggio di 70 Km di riferimento, non è possibile in nessun modo recuperarli!
Noi cittadini vogliamo che sia fatta luce su questa vicenda e per questo ci rivolgeremo ai dovuti organi competenti.

E questa non è che la punta dell'iceberg perchè in questo progetto non torna nulla, si fanno tanti bei discorsi, ma se si inizia a fare i conti, molti conti non tornano!
Per il calcolo dei camion che insisteranno sulla zona abbiamo trovato altri errori, sul progetto si parla di un camion ogni ora.
Al capitolo dedicato al calcolo dei trasporti si afferma che le 12600 tonnellate di mais verranno conferite in 30 giorni con autocarri (da non confondere con autotreni o autoarticolati) con carico da 30 tonnellate tra agosto e settembre. Gli autocarri adatti a questo tipo di trasporto sono dei mezzi pesanti dotati di ribaltabile per poter scaricare il materiale all'impianto. Se si va a fare una ricerca è possibile trovare che simili autocarri possono arrivare a trasportare circa 20 m³ di materiale. Considerando per l'insilato di mais un peso specifico di circa 0,5 t/m³ si può facilmente calcolare un carico di circa 10 t di insilato. Inoltre il progettista divide i camion su 60 giorni e non su 30 come afferma lui stesso. Avremo così un camion ogni 11 minuti. 5000 passaggi all'anno in 3 mesi! Su una viabilità di campagna!!! E sul progetto si parla di strade di 6 metri, noi le abbiamo misurate sono di 3,70 o di 4,20, al massimo si arriva a 5,40 metri.

Dal punto di vista della vulnerabilità idrogeologica inoltre la zona è delineata sul PTC come zona 3.b e, nelle Norme Tecniche di Attuazione (art. 20.2.5) , si evince un rischio elevato di livello IV per la tipologia di costruzione di cui al progetto in esame. (in questa zona cioè non si possono costruire centrali termoelettriche, geotermoelettriche, a turbogas e affini!!!)

Dal punto di vista del bilancio energetico il progetto nella tabella finale al paragrafo 7,4 non riporta alcun autoutilizzo di calore, quando si sa benissimo che tali impianti riutilizzano calore per riscaldare i digestori, inoltre non seguono le direttive del D.M. Sviluppo economico del 4/08/2011 per il calcolo dell'energia risparmiata e che quindi può essere remunerata. La trattazione è completamente mancante. Inoltre come riporta lo stesso decreto non si può parlare di calore “utile” se questi signori non costruiscono a loro spese una rete per teleriscaldamento per San Donato e Cinque Case e quindi non possono accedere agli incentivi.

Per quanto riguarda poi il rischio esplosione in questo progetto si fa riferimento ad un accumulatore pressostatico di 1800 metri cubi e questo non rispetta i limiti del DM 24/11/1984 che inibisce la costruzione di accumulatori pressostatici superiori ai 500metricubi. E secondo quanto appare nella nota del dipartimento dei vigili del fuoco: DCPCST-STC n.P180/4107 sott.14/3 del 22/01/01 per questi tipi di impianti si devono applicare le direttive del Decreto Ministeriale nominato e si deve trattare il rischio di incidente con il metodo della Massa di TNT equivalente e andare a calcolare le distanze di sicurezza necessarie. Ma nel progetto di tutto questo non c'è trattazione come non c'è trattazione del rischio esplosione in caso di fulmine. Secondo normativa si deve applicare il metodo della sfera rotolante e fare i dovuti calcoli. Anche in questo caso da nessuna parte sono menzionati i parafulmini.

Questi signori sono del tutto inattendibili e il loro progetto impresentabile.
Come si può dare in mano a questi progettisti un impianto del genere ?
Ma soprattutto a questo punto ci domandiamo: l'amministrazione pubblica si è accorta di queste macroscopici errori ?
Il consulente esterno del comune Gennai, che viene pagato con i nostri soldi si è accorto di quest'errore?
L'architetto Paperini che dovrà andare in conferenza dei servizi è in grado di capire del tutto questo progetto? Luschi che ha speso tante belle parole per questo progetto, l'ha letto?
E il nostro sindaco David Turini, quello che dovrebbe tutelare noi cittadini, sapeva di quest'errori?
I nostri amministratori sanno fare il loro lavoro o credono a tutto quello che gli viene detto, senza leggere e controllare quello che è scritto su un progetto?
Bastava far leggere quelle 4 pagine ad un agronomo per capire che questo progetto è un offesa a qualsiasi tecnico. Non se ne erano accorti e quindi non sanno fare il loro lavoro o non se ne sono voluti accorgere?
Il comune deve chiarire la propria posizione perchè secondo noi qui c'è da fare luce su molti aspetti!! E chi ci garantisce che non ci saranno problemi gravi per la nostra salute? Come si può credere ad un progetto totalmente inattendibile? Come si può dare fiducia a progettisti che scambiano le tonnellate per i quintali? E se invece l'errore non fosse una svista? E se ci fossero altre di queste sviste? Tutto questo ci sconcerta!! Chi difende noi cittadini! Chi ci tutela? E per quanto riguarda la salute? Medici e Cardiologi ci hanno descritto studi che dimostrano la nocività di tali impianti per gli abitanti che vi abitano in prossimità. Di questo i nostri amministratori ne hanno tenuto conto? Siamo sicuri che si sono informati? A questo punto ci possiamo fidare?

Ci siamo dovuti mettere noi dopocena a leggere questo progetto dalle 10 alle 2 di notte, tutte le sere e a quanto pare solo noi cittadini ci siamo accorti di queste gravi omissioni. E il comune dov'era? Noi cittadini abbiamo più volte bussato alla loro porta gridando:" Ascoltateci qui non torna nulla!!" Ma il nostro sindaco ha continuato a dire che avevamo di fronte imprenditori seri con un progetto serio. Eccolo qua il progetto serio, Sindaco, se lo vada a leggere, studi, come abbiamo fatto noi! Quando ho avuto accesso agli atti in provincia ho consigliato all'ingegnere Re di leggersi bene il progetto. Spero che abbia seguito il mio consiglio, perchè noi del comitato sapevamo già che questi progetti sono pieni di errori e di mancanze, anche se non pensavamo di trovarne uno così grande!
A dire il vero ormai è il segreto di pulcinella, perchè il problema è nazionale, già molti altri comitati si sono trovati davanti progetti con decine di incongruenze, come il comitato di Mezzolara che ha trovato 180 incongruenze nel progetto che li riguarda. Sono stati loro a dirci di non dare niente per scontato e di controllare qualsiasi dato e tabella.

Noi facciamo appello alla regione, al governatore Rossi: sappiamo che questi tipi di progetto hanno molte lacune. Sappiamo che la legislazione è carente in confronto ad altri paesi come la Germania, per esempio, facciamo una moratoria e impediamo la nascita di impianti di queste grandezze almeno fino a che non ci saranno regole nazionali più chiare e puntuali.
Dal canto nostro se la provincia non respingerà il progetto, agiremo per vie legali con il Tar e Procura della Repubblica.

Comitato "Tutela Salute e Ambiente San Donato"



Articolo tratto da: Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti Valdera - http://www.cgcrvaldera.it/
URL di riferimento: http://www.cgcrvaldera.it/index.php?mod=none_News&action=viewnews&news=1332938999